Che significa «vivere secondo la carne»?

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L’espressione «vivere secondo la carne» fa subito pensare al sesso:

Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito.
(Gv 3,6)

Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
(Rm 8,8)

La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne.
(Gal 5,17)

Che tu sia credente o non credente, ti sfido a leggere queste frasi di Paolo di Tarso senza pensare a gente che fa zum-zum, all’incontro tra «lo stame» del ragazzo e «il pistillo» della ragazza ed acrobazie sessuali varie:

lo spirito e pronto ma la carne e debole

1 • Carne = sesso?

Nella testa di un sacco di persone (molte delle quali sono frequentatrici abituali della messa domenicale) è scritto a caratteri indelebili:

  • carne = sesso = impuro = corpo = materia = cattiva
  • spirito = immateriale = puro = buono

Ora.

So che molti si farebbero tagliare una mano per difendere questa “verità”.

E – credetemi – mi dispiace davvero deludervi…

…ma (Bibbia e «Catechismo della chiesa cattolica» alla mano) vi state sbagliando di grosso.

Il motivo per cui molte persone fanno queste associazioni di idee è una corrente filosofica molto antica che si chiama dualismo.

Secondo il dualismo, tutto ciò che è materiale (tutta la creazione, la natura, le cose, e quindi anche il corpo, il sesso, la riproduzione, etc.) è cattivo; e tutto ciò che è spirituale (nel senso sbagliato di etereo/incorporeo, e non nel senso che avevo provato a spiegare qualche mese fa) è buono.

Molte persone credono che il cristianesimo sia d’accordo con la filosofia dualista.

Purtroppo, questo è dovuto anche al fatto che fin troppi preti, anziché andare in seminario (dove avrebbero potuto studiare ciò che insegna la Chiesa), sono stati cresciuti in un collegio di suore malvagie e infingarde…

suora educanda

I cristiani, lungo la storia, hanno rischiato più volte di inciampare nel dualismo.

Già nel II secolo, il teologo eretico Marcione di Sinope, avendo accolto idee dualiste, proibiva il matrimonio e ordinava ai fedeli una rigorosa astinenza sessuale (al punto che battezzava solo le vergini, le vedove, i celibi e gli eunuchi; cfr. TERTULLIANO, Adversus Marcionem, I, XXIX).

Le idee di Marcione furono criticate da Giustino (nella sua Apologia prima), Ireneo di Lione (nella sua Adversus Haereses), Tertulliano (nell’Adversus Marcionem e in molti altri suoi scritti), Epifanio di Salamina (nell’Adversus omnes haereses), Efrem il Siro (in molte sue opere, tra cui gli Inni contro gli eretici) e da molti altri padri della Chiesa.

2 • Che significa la parola «carne» nelle Scritture?

Vorrei scriverlo nel modo più chiaro possibile:

  1. la parola «carne» non è un sinonimo di «sesso»;
  2. la Chiesa non considera “cose sporche” il corpo, la materia, la sessualità, il pene, la vagina.

Ma allora che significa la parola «carne» nelle Scritture?

Per rispondere, prendiamo un passo della lettera ai Galati (composta da Paolo tra il 54 e il 57):

Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere.
Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.

(Gal 5,19-21)

Ora.

Non so se ci avete fatto caso, ma Paolo fa un elenco di quattordici «opere della carne»… e dieci di queste non riguardano l’ambito della sessualità (se non ci avete fatto caso, rileggete l’elenco!).

Vivere «secondo la carne» vuol dire vivere a testa bassa, ripiegato su me stesso, sulle mie fragilità, cercando la Vita dove non c’è: che si tratti del sesso, delle relazioni, delle cose che possiedo, dei soldi, della fama, del prestigio sociale, del numero di follower su Instagram…

…in sintesi: vivere «secondo la carne» significa vivere secondo la logica del peccato.

Cioè vivere togliendo Dio di mezzo

vivere secondo la carne cioe togliere dio di mezzo

(Per il contenuto di questo paragrafo, ho parafrasato quanto ha spiegato Michelina Tenace, professore ordinario di teologia dell’università Gregoriana, in un suo intervento in occasione del XXI Capitolo Provinciale della Società San Paolo Italia nel 2020)

3 • «Carnale» e «spirituale» sono due atteggiamenti

Nel libro del profeta Geremia (composto nel V secolo a.C. circa) troviamo questo versetto:

Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore.
(Ger 17,5)

Che significa che è maledetto chi «pone nella carne» il suo sostegno?

jihad dei vegetariani

Ripeto quel che ho detto nel paragrafo precedente, facendo qualche esempio: «confidare nella carne» significa credere che «sarò felice…»

  • «…quando finirò gli esami»
  • «…quando otterrò quello scatto di carriera»
  • «…quando raggiungerò i diecimila follower su Instagram»
  • «…quando sarò ricco/famoso/potente»
  • «…quando troverò la mia anima gemella»
  • «…quando mi sposerò»

In altre parole: «vivere secondo la carne» significa attaccare il cuore a qualcuno/qualcosa e credere che lì ci sarà la Vita.

~

Si capisce dunque che «carnale» e «spirituale» sono due atteggiamenti che riguardano sia il corpo che l’anima:

  • si può vivere in modo carnale un’opera di volontariato, scattandosi mille selfie al campo profughi e condividendoli sulla propria bacheca di Instagram, per mostrare agli altri «quanto siamo bravi»;
  • si può vivere in modo spirituale l’intimità tra marito e moglie, facendo l’amore e rinsaldando l’unione matrimoniale, crescendo nell’affetto, nell’amicizia e nella stima reciproca.

Per san Paolo ci sono dei corpi spirituali e degli spiriti carnali, il che sarebbe una contraddizione se il corpo si opponesse allo spirito.
È chiaro quanti falsi problemi si sgonfino in questo modo.

(JEAN DANIELOU, Dio e noi, Rizzoli, Milano 2009, dal capitolo IV «Il Dio di Gesù Cristo»)

4 • Tutto è per il bene: anche il corpo!

Scriveva Franco Nembrini (classe ’55), insegnante, saggista e pedagogista italiano:

Per il cristianesimo anima e corpo non sono contrapposti, una buona e l’altro cattivo, non c’è dualismo fra spirito e materia; tutto ha un destino eterno, tutto è per il bene, anche il corpo.
La salvezza e la felicità nella vita non stanno nel rinnegamento del corpo, ma nella capacità di usare qualsiasi cosa – cibo, denaro, tutto me stesso e l’altro che incontro, l’anima e il corpo miei e dell’altro – per lo scopo per cui è stata fatta […].

(FRANCO NEMBRINI, dal suo commento al Purgatorio di Dante Alighieri, Canto XXV, Mondadori 2020, pag. 566)

A questo punto qualcuno potrebbe dire:

«Sì, vabbè, però tutte queste cose che hai detto su “spirito” e “carne” mi sembrano più che altro dei tentativi della teologia moderna per cercare di nascondere la polvere sotto al tappeto e salvare il salvabile.
Perché, dai, si sa che la Chiesa è sempre stata spiritualoide e contraria a tutto ciò che riguarda il corpo e la sessualità

cinquanta punti a grifondoro

Cooomunque.

Ecco cosa scriveva Ireneo di Lione (130-202), vescovo e teologo, mille-ottocento-e-passa anni fa:

Ora l’anima e lo Spirito possono essere una parte dell’uomo, ma in nessun modo l’uomo: l’uomo perfetto è la mescolanza e l’unione dell’anima, che ha ricevuto lo Spirito del Padre e si è mescolata alla carne plasmata ad immagine di Dio.
[…]
Sono questi gli uomini che l’Apostolo chiama spirituali, essendo spirituali grazie alla partecipazione dello spirito, ma non grazie alla privazione ed eliminazione della carne.

(IRENEO DI LIONE, Adv. haer., V,6,1)

Conclusione

Mi è rimasta una pulce nell’orecchio.

Ho detto che «vivere secondo la carne» non significa «qualcosa che riguarda il sesso» ma «vivere ripiegati su sé stessi».

Però bisogna fare attenzione anche quando si utilizza l’espressione «vivere secondo lo spirito» (come avevo provato a spiegare qualche mese fa).

«Spirituale» non significa «astratto», «metafisico», «trascendentale» o (peggio ancora) «intellettuale» (quello si chiama «gnosticismo»).

“Spirituale” significa comunionale, indica cioè un’esistenza secondo lo Spirito Santo, che è il Signore della comunione, perché ci dona la vita che è comunione, che è la partecipazione alla vita di Dio.

(TOMÁŠ ŠPIDLÍK, citato in MARKO IVAN RUPNIK, Il giorno al giorno ne affida il racconto : l’esperienza del padre, Lipa, Roma 2019, p. 24)

sale

(Autunno 2021)

Fonti/approfondimenti

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