4.2 • Qumran (scoperta archeologica)
Qumran era un’antica località situata vicino Gerico, sulla riva occidentale del Mar Morto (attuale Cisgiordania), abitata da una comunità di Esseni (una sorta di “monaci ante litteram”, tagliando violentemente con l’accetta).
Durante la Prima Guerra Giudaica (66-73), nell’estate del 68 d.C. Tito – al comando della legione X Fretensis – distrusse Qumran.
Il sito con le rovine di Qumran era noto agli esploratori europei fin dal XIX secolo, ma il luogo è divenuto famoso solo nel ‘900, dopo la scoperta dei cosiddetti Manoscritti del Mar Morto.
Tra le rovine infatti è stato trovato un gruppo di dodici caverne (probabilmente una sorta di “biblioteca” della comunità), contenenti numerosi papiri molto antichi…
Tali grotte, in seguito alle Guerre Giudaiche, erano state sigillate dagli Esseni intorno all’anno 68 (prima che i romani distrussero tutto), ed hanno rivisto la luce solamente a partire dal 1949, quando alcuni archeologi hanno iniziato gli scavi nella cosiddetta “prima grotta”.
Scava che ti riscava, nella grotta numero sette, viene trovato un giorno quello che sarà noto come il papiro 7Q5: un frammento di pochi centimetri di lato, contenente cinque righe di testo greco, per un totale di venti lettere.
Il papiro rimane un po’ “in ombra”, finché nel 1971 il papirologo José O’Callaghan, utilizzando Ibykus (un pacchetto hardware e software, realizzato per effettuare ricerche sul database “Thesaurus Linguae Graecae” – che contiene tutti i classici della letteratura greca da Omero fino al VI secolo d.C.) scopre che quella combinazione di lettere potrebbe corrispondere ad un brano del Vangelo di Matteo (al netto, c’è da dire, di alcune ipotesi su alcune lettere, scritte in maniera poco chiara).
Il che – se l’accostamento fosse vero – anteporrebbe la datazione del Vangelo di Marco al 68 d.C. (come ho detto, anno in cui il deposito di manoscritti è stato sigillato nelle grotte di Qumran).
C’è stato chi ha confermato la proposta di O’Callaghan (Carsten Thiede, Herbert Hunger, Ferdinand Rohrhirsch, Hugo Staudinger, Harald Riesenfeld, Marta Sordi, etc.), chi invece negava l’identificazione (Stefan Enste, Daniel Wallace, etc.). È volata qualche parolaccia e qualche molotov…
Insomma, come ho già detto, prendetela per quello che è: un’ipotesi.
4.3 • La prima satira anti-cristiana della storia (scoperta sui libri del liceo)
Ho scoperto che la prima satira della storia contro il cristianesimo è datata nientepopodimenoche 60 d.C.
Una sorta di Charlie Hebdo ante litteram.
L’autore è Petronio Arbiter, l’opera è il Satyricon (60 d.C. o giù di lì).
Il Satyricon (Wikipedia alla mano, ma probabilmente qualcuno che legge si ricorda qualcosina dal liceo) è un testo molto lacunoso, di cui possediamo solo brani frammentati; parla di Encolpio, che avendo offeso il dio Priapo, viene perseguitato per tutta l’opera, ed è protagonista di una serie di tragicomici insuccessi erotici…
C’è un ampio brano del Satyricon, quello della cena di Trimalcione, che per ragioni di spazio non sto a riportare per intero, che sembrerebbe contenere numerosi riferimenti (leggi: «prese per il culo») dell’Ultima Cena e del racconto delle ultime ore di Gesù.
Faccio due o tre copia/incolla da Wikipedia, andate a leggere tutto lì se vi interessa:
«Subito aprì l’ampolla del nardo, unse tutti noi e disse “Spero che possa piacermi da morto quanto da vivo”. Poi comandò che fosse infuso del vino in una brocca e disse “Fate come se foste stati invitati ai miei funerali»
[…]
«Mentre diceva queste cose, un gallo domestico cantò»
[…]
« …Nel mio testamento, a tutti quelli in condizione di liberi lascerò i miei beni se mangeranno parti della mia carne davanti a testimoni »
(Satyricon CXLI, 2)
La ciliegina sulla torta però è il brano della matrona di Efeso (sempre nel Satyricon):
« Una matrona di Efeso, […] avendo perso il marito, […] seguì il defunto persino nel sepolcro. […] Nello stesso tempo il governatore della provincia comandò che fossero crocifissi dei ladroni proprio accanto al sepolcro nel quale la matrona piangeva il recente cadavere. La notte seguente, quando il soldato che sorvegliava le croci affinché nessuno togliesse i corpi per seppellirli, notò un lume splendere tra le tombe e udì il gemito di qualcuno che piangeva […] volle sapere chi fosse e che cosa facesse. Scese quindi nella tomba. […] Dunque giacquero assieme non solo quella notte nella quale fu consumato il loro imene, ma anche il seguente ed il terzo giorno, tenendo certamente chiuse le porte del sepolcro. […] Ma i parenti di un crocifisso, come videro diminuita la sorveglianza, tirarono giù di notte l’appeso e gli resero l’estremo ufficio.
E quando il giorno successivo il soldato […] vide una croce senza cadavere, atterrito dal supplizio raccontò alla donna quello che era successo. […] Ella disse allora di togliere il corpo del proprio marito dall’arca e di attaccarlo a quella croce che era vuota. Il soldato approfittò dell’ingegno dell’avvedutissima donna, ed il giorno dopo il popolo si meravigliava di come quel morto avesse potuto salire sulla croce »
(Sat. CXI-CXII)
Lascio a voi le dovute associazioni con:
- Crocifissione di Gesù
- Picchetto di guardie a guardia del corpo
- Risurrezione il terzo giorno
5 • Datazione dei Vangeli – Epilogo
Se qualcuno avesse la curiosità di approfondire un pochino di più la risposta alla domanda sulla datazione dei Vangeli, e mi chiedesse di tirare fuori un solo libro – che tratti di questi argomenti in maniera chiara, sintetica e soprattutto intellettualmente onesta – penso che la mia scelta cadrebbe su “Ipotesi su Gesù” di Vittorio Messori.
sale
(Inverno 2016)
- ADRIANO VIRGILI, Sulle tracce del Nazareno: Introduzione al Gesù storico, Phronesis Editore, Palermo 2022
- VITTORIO MESSORI, Ipotesi su Gesù, Ares, Milano 2019