1 • Una, nessuna, centomila Inquisizioni
Spesso si sente dire che:
- Tomás de Torquemada era «uno dei carnefici dell’Inquisizione»;
- Galileo Galilei e Giordano Bruno «sono stati uccisi dall’Inquisizione»;
- il famigerato Malleus Maleficarum era «il manuale dell’Inquisizione per la lotta alla stregoneria»;
- «l’Inquisizione perseguitava i “moriscos” (i musulmani costretti ad abbracciare la fede cristiana) e i “marranos” (ebrei convertiti a forza al cristianesimo)»;
Ora. Tralasciando il fatto che queste frasi contengono alcuni errori (Galileo Galilei, ad esempio, è morto nel proprio letto, nella sua villa ad Arcetri ed è stato sepolto nella Basilica di Santa Croce a Firenze; e il «Malleus» era un manuale inquisitorio – tra i tanti – scritti nel XV secolo, e non «IL» manuale… verso il quale tra l’altro l’Inquisizione Spagnola fu molto scettica, come accennavo qui), trovo che l’utilizzo generico del termine «inquisizione» sia un’imprecisione abbastanza grossolana.
Oh, intendiamoci: dire che «il sistema inquisitorio ha causato morti» non è sbagliato…
…dicevo, dire che «il sistema inquisitorio ha causato morti» non è errato!
Ma è un po’ come dire che «i campi di concentramento hanno causato morti»: una frase del genere forse ci aiuta a capire come sono morte molte persone… ma non chiarisce perché sono morte.
«Campi di concentramento» infatti è un termine troppo generico, che racchiude i lager nazisti, i gulag sovietici, i campi di “rieducazione” vietnamiti, i campi di internamento sudafricani, cinesi, nord-coreani, etc. (andate su Wikipedia per l’elenco completo).
Insomma, spesso il termine «inquisizione» viene utilizzato a mo’ di sineddoche – cioè si utilizza un termine “generico” per descrivere realtà “specifiche”.
«L’inquisizione» (generica) infatti “non è mai esistita”.
Sono esistite LE inquisizioni.
2 • Quante inquisizioni ci sono state?
In tutti i libri che ho letto a riguardo (che potete trovare nella bibliografia del blog), gli studiosi sono molto attenti a sottolineare che è sbagliato parlare di una generica «inquisizione» e che invece bisogna distinguere le differenti forme di inquisizione che sono esistite nel corso della storia.
Ci sono state infatti:
- L’inquisizione medioevale (XII-XVI secolo): termine con cui si fa riferimento alla prima forma di inquisizione, nata nel Medioevo ed organizzata in tribunali gestiti dai singoli vescovi delle rispettive diocesi.
- L’inquisizione spagnola (XV-XIX secolo): che fu uno strumento dell’assolutismo statale; nata per volontà di Ferdinando II d’Aragona, fu sempre sotto il controllo della corona.
- L’inquisizione romana (XVI-XIX secolo): in pratica è stata l’“evoluzione” dell’inquisizione medioevale, creata per “centralizzare” il controllo dei vari tribunali da parte della Curia romana, in modo che i vescovi delle varie diocesi italiane non abusassero del proprio potere nel territorio loro affidato.
- L’inquisizione portoghese (XVI-XIX secolo): analoga all’inquisizione spagnola, fu un’istituzione creata dalla monarchia portoghese, sotto re João III.
Queste sono le principali inquisizioni esistite.
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Stendiamo poi un velo pietoso sul fatto che tra i misfatti attribuiti all’«inquisizione» (quale però?) spesso vengono incluse malefatte di cui essa non ha colpa:
- ingiustizie giudiziarie che si sono verificate nei tribunali laici tra il XV e il XVIII secolo (i quali, tra l’altro, sembra che utilizzassero la tortura con molta più frequenza dei tribunali religiosi, senza una precisa regolamentazione e spesso senza preoccuparsi delle condizioni di salute dell’imputato; cfr. libro di Christopher Black in bibliografia, nel quale cita anche i lavori degli storici Henry Kamen e Thomas Madden)
- abusi che sono capitati nei tribunali religiosi delle altre confessioni religiose dell’Europa centrale (purtroppo, anche i protestanti – al pari dell’inquisizione spagnola – non ci sono andati leggeri con gli ebrei e “le streghe”)
- forme di «fanatismo giudiziario» avvenute in tutt’altro contesto storico… tanto per dire: a un mio amico gli ho dovuto spiegare sei volte che il processo alle streghe di Salem non c’entra nulla con l’Inquisizione…
Vediamo quindi di raccapezzarci, e di dire due parole sulle inquisizioni che ho nominato…
3 • L’inquisizione medioevale
Nonostante la parola eresia ai nostri orecchi evochi qualcosa di occulto, sinistro e mefistofelico, in realtà il termine indica semplicemente «la scelta (che in greco si dice αἵρεσις, «airesis») di una dottrina diversa da quella della Chiesa o il rifiuto dei suoi insegnamenti».
Nel Medioevo, in molti stati europei, l’eresia era considerata sia un peccato che un crimine.
(E se abbiamo un minimo di senso critico nel rapportarci con le altre culture, questa cosa non dovrebbe scandalizzarci eccessivamente: anche ai giorni nostri infatti, in molti stati del sud-est asiatico, il reato di blasfemia è passibile di condanne molto severe da parte delle autorità civili)
È proprio in questo periodo che nacque l’indagine di tipo inquisitoriale per mezzo di tribunali ecclesiastici; essa in realtà inizialmente non era altro che una sorta di «evoluzione» dell’ordalia:
Ordalia: «antica pratica giuridica, secondo la quale l’innocenza o la colpevolezza dell’accusato venivano determinate sottoponendolo ad una prova dolorosa o a un duello»
(definizione gentilmente offertaci da Wikipedia… sulla quale potete controllare che le ordalie non sono un’invenzione della Chiesa)
I tribunali dell’inquisizione medioevale sorsero principalmente per contrastare l’eresia dei catari; lo storico inglese Christopher Black fa però notare che «i giuristi canonici e civili non erano concordi nel determinare se la responsabilità principale di sradicare le eresie spettasse alle autorità religiose o politiche» (cfr. CHRISTOPHER BLACK, Storia dell’Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura., Carocci, Roma, p.29).
Nel 1198 papa Innocenzo III “prese le redini” della questione, e cominciò a contrastare l’eresia con l’aiuto dei vescovi delle diocesi in cui il catarismo si stava diffondendo; i vescovi – a loro volta – erano aiutati da frati dotati di una specifica preparazione teologica, scelti appositamente dal Papa: si trattava dei primi inquisitori, i quali veniva scelti tra i domenicani…
“La Chiesa” però non era la sola ad avere voce in capitolo nelle condanne; sia perché spettava ai principi e ai vari «consigli cittadini» il compito di rendere effettive le sentenze… sia perché era anche nell’interesse delle autorità secolari combattere l’eresia catara (cfr. CHRISTOPHER BLACK, Storia dell’Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura., Carocci, Roma, p. 30).
Cionondimeno, la lotta contro i catari (e più in generale, l’attività dell’Inquisizione vescovile medioevale) fu contraddistinta da uno zelo spesso eccessivo nello svolgimento dei processi, e da un ricorso frequente alla tortura (che però, come ricorda Black, era utilizzata analogamente anche nei tribunali secolari… niente di “retrogrado” insomma, era normale per l’epoca).
4 • L’inquisizione spagnola
L’inquisizione spagnola è stata istituita nel 1478 per esplicito desiderio di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia; sebbene questa inquisizione avesse ricevuto (al momento della sua fondazione) l’approvazione del Papa, essa rimase per tutta la sua durata una struttura statale sotto il controllo della corona spagnola (nonostante Isabella fosse cattolica, Ferdinando concepiva la religione solo come «uno strumento di controllo sui propri sudditi»).
Insomma, il papa ebbe un’influenza molto limitata su di essa… tant’è che nell’aprile del 1482 (cioè appena quattro anni dopo la sua fondazione) Sisto IV scrisse una Bolla in cui si rammaricava degli abusi dell’Inquisizione spagnola (crudeltà, detenzioni ingiustificate, etc.), mossi da interessi personali e avidità (cfr. HENRY KAMEN, 1997, The Spanish Inquisition: A Historical Revision, Yale University Press, New Haven, p. 49).
Ma ormai il latte era stato versato…
Uno dei primi obiettivi dell’inquisizione Spagnola era quello di riaffermare il cristianesimo nei territori della corona, in cui vivevano molti ebrei e musulmani.
Inizialmente, i tribunali sollecitarono «gli infedeli» a convertirsi. Successivamente però le autorità furono preoccupate del fatto che queste conversioni in massa potessero non essere sincere… al punto che la corona iniziò a temere che queste minoranze di «finti convertiti» potessero rovesciare l’autorità spagnola ed assumere il potere.
L’inquisizione spagnola è passata alla storia per le sue efferatezze… e indubbiamente, tra le inquisizioni che ho nominato sopra, è quella che si è comportata peggio, soprattutto nei primi decenni di attività.
Però gli storici concordano sul fatto che tra il 1530 e il 1550 la situazione migliorò notevolmente, e i processi divennero più giusti (cfr. CHRISTOPHER BLACK, Storia dell’Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura., Carocci, Roma, p. 40).
I primi anni di attività però hanno talmente tanto sporcato la sua reputazione, che ormai inquisizione spagnola è sinonimo di tribunale degli orrori.
Il principale responsabile di questa etichetta (alquanto ingiusta, secondo molti storici, cfr. bibliografia) è la stampa anticlericale del XVII-XVIII secolo, che spesso presentò l’inquisizione in modo grottesco per «dare addosso» alla Chiesa.
Comunque – tra le varie luci ed ombre – se l’inquisizione spagnola ebbe un pregio, fu quello di creare una struttura giuridica centralizzata… cosa che non era mai avvenuta all’inquisizione medioevale (e infatti molti abusi, durante il Medioevo, si ebbero perché molti vescovi «facevano il comodo loro», senza che nessun superiore potesse controllarli).
Questa centralizzazione doveva servire (almeno, a livello teorico) ad evitare che ci fossero violazioni nei tribunali locali.
E infatti questo fu uno dei motivi per cui fu creata l’inquisizione romana.
5 • L’inquisizione romana
La cattiva fama dell’inquisizione spagnola ha coperto con la sua ombra anche l’inquisizione romana:
In realtà le due inquisizioni (spagnola e romana) furono molto diverse per quanto riguarda:
- procedure giuridiche
- obiettivi
- numero di condanne
Su una cosa però il «modello» di inquisizione spagnolo fu d’esempio per la creazione dell’inquisizione romana: l’organizzazione.
Infatti, come ho già accennato, quello che era mancato all’inquisizione «medioevale» in Italia era proprio una struttura centralizzata per la gestione dei tribunali. Una simile organizzazione sarebbe stata molto utile (tra i tanti motivi) anche per contenere gli abusi da parte dei vescovi e degli inquisitori che, nei piccoli tribunali provinciali, potevano amministrare i propri affari in autonomia, senza avere un «superiore» che li potesse controllare.
Per questo motivo, nel 1542 papa Paolo III (al secolo Alessandro Farnese) con la bolla «Licet ab initio» creò un organo centralizzato, con base a Roma, per coordinare le attività di tutti i tribunali locali in Italia: il sant’Uffizio dell’inquisizione.
Nacque così l’inquisizione romana.
In realtà, il termine «romana» è un po’ impreciso per definire questa inquisizione; mentre infatti in Spagna l’unica autorità era la Corona e l’inquisizione spagnola era un organo di Stato che poteva esercitare il suo potere su tutto il territorio nazionale, l’Italia all’epoca non era politicamente unita, ma era divisa in un numero enorme di territori: il Regno di Napoli, lo Stato della Chiesa, la Repubblica di Siena, il Ducato di Savoia, lo Stato di Firenze, la Repubblica di Venezia, il Ducato di Milano, etc.
E dato che ogni territorio aveva un(a) diversa:
- forma di governo;
- legislazione;
- rapporto con la Chiesa;
…in ognuno degli stati il rapporto con l’«organo centrale» creato a Roma per coordinare i tribunali italiani fu molto variabile: in alcuni casi il Sant’Uffizio poté gestire autonomamente i tribunali, in altri le autorità locali impedirono alla Chiesa di interferire nella giurisdizione (e il problema degli eretici fu gestito tramite tribunali secolari), altrove invece si ebbe una mediazione tra le due autorità…
Insomma, l’attività dell’inquisizione romana fu una sorta di «compromesso» …e, di regione in regione, ebbe esiti molto diversi.
Conclusione
(Sì, è vero, non ho parlato dell’inquisizione portoghese, ma è tipo la versione «slim» di quella spagnola… ci sono meno libri che se la filano, e anche a me non ha interessato molto 🥸…)
Che dire?
Questa pagina era solo «un assaggio» (e già così, ho attaccato una discreta pippa…) per ribadire che quando si parla di «inquisizione», e non si aggiunge subito un aggettivo accanto (romana, spagnola, portoghese, etc...), il rischio di generalizzare – e quindi di dire cose imprecise – è molto molto alto.
Insomma, la prossima volta che sentirete parlare delle «torture dell’inquisizione», delle sue «condanne a morte», dei suoi «abusi», etc… iniziate a porvi domande come:
- Ma di quale inquisizione stiamo parlando?
- In che anno è avvenuta questa cosa?
- I tribunali di questa inquisizione normalmente si comportavano così?
- O si è trattato di un’anomalia rispetto al loro normale funzionamento?
Potreste scoprire che la realtà è un po’ diversa da come ce la siamo immaginata…
sale
(Estate 2020)
- JOHN TEDESCHI, Il giudice e l’eretico. Studi sull’inquisizione romana, Vita e Pensiero, Milano 1997
- CHRISTOPHER F. BLACK, Storia dell’Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci, Roma 2018
- HENRY KAMEN, The Spanish Inquisition: A Historical Revision 4 edizione, Yale Univ Pr, New Haven 2014
- WILLIAM MONTER, Riti, mitologia e magia in Europa all'inizio dell'età moderna, Il Mulino, Bologna 1992