1 • Le passioni
Le passioni (o «emozioni» o «sentimenti» che dir si voglia) sono tutte quelle «risonanze interiori» causate da uno stimolo che arriva dall’esterno.
Anche l’etimologia ci viene in aiuto: «passione» infatti ha la stessa radice di «passivo».
Che sia felicità o tristezza, noia o gelosia… si tratta di reazioni organiche, psichiche o spirituali basate sulla percezione di qualcosa che è «fuori» da noi.
2 • Passioni: vade retro?
Molte persone (*) hanno un’idea sbagliata del rapporto tra la fede cristiana e le passioni.
In tanti infatti credono che la Chiesa veda le passioni come qualcosa di «scabroso».
Di «sporco». Di «zozzo».
Stando a questo modo di vedere, l’uomo virtuoso dovrebbe fuggire le passioni, per preservare la sua “purezza”.
3 • Cristianesimo “zen”?
C’è poi una seconda scuola di pensiero, di stampo orientaleggiante.
Secondo quest’altra posizione (che per certi versi ricorda la filosofia dualista), le passioni sarebbero un intralcio; qualcosa di «materiale» – nel senso negativo di «opposto a spirituale».
Un peso di cui l’anima dovrebbe liberarsi, per «abbandonare ogni turbamento corporeo» e ricongiungersi a Dio:
Secondo questa idea (sbagliata), tutto ciò che è materiale – sotto sotto – farebbe un po’ schifo; le vere cose buone sarebbero quelle “spirituali” (qualsiasi cosa questo termine significhi…).
4 • Gesù e le passioni
Nonostante le idee degli ultimi paragrafi spesso si siano diffuse in molte parrocchie, purtroppo non corrispondono a quanto la fede cristiana afferma riguardo ad emozioni e sentimenti.
Infatti, nel famigerato Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo che:
Le passioni sono componenti naturali della psicologia umana; fanno da tramite e assicurano il legame tra la vita sensibile e la vita dello spirito. Nostro Signore indica il cuore dell’uomo come la sorgente da cui nasce il movimento delle passioni.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1764)
Insomma, persino per la Chiesa le passioni sono qualcosa di assolutamente naturale che fa parte della vita dell’uomo.
Io provo sentimenti e passioni.
Tu provi sentimenti e passioni.
I santi provavano sentimenti e passioni.
E Gesù ha provato sentimenti e passioni:
Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto.
(Gv 11,33-35)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
(Lc 10,21)
E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».
(Mt 26,37-38)
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei.
(Lc 7,13)
Lo stesso Paolo di Tarso – che era tutto fuorché un apatico – esortava la comunità cristiana di Roma in questo modo:
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto.
(Rm 12,15)
5 • La Chiesa e le passioni
Apriamo nuovamente il Catechismo… al punto n. 1764, è riportato quanto segue:
Le passioni, in sé stesse, non sono né buone né cattive. Non ricevono qualificazione morale se non nella misura in cui dipendono effettivamente dalla ragione e dalla volontà.
[…]
È proprio della perfezione del bene morale o umano che le passioni siano regolate dalla ragione (cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, Summa theologiae, I-II, q. 24, a. 3, c: Ed. Leon. 6, 181.)
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1767)
Il catechismo non dice che le passioni devono essere castrate o negate: non sono un nemico da combattere.
Le passioni, invece, vanno regolate.
Come si regolano le passioni? Educandole a «farci puntare nella giusta direzione».
In che senso? Faccio qualche esempio sciocco:
- se provo fastidio quando qualcuno mi chiede una mano, il sentimento mi sta facendo puntare nella direzione sbagliata (mi conferma nel mio egoismo);
- se provo fastidio quando mi trovo di fronte ad un episodio di ingiustizia, il sentimento è di aiuto alla mia conversione (forse mi sta spronando a riparare un torto);
- se provi gioia nel rigare lo sportello della macchina del tuo capo («così si impara a farti fare straordinari non pagati!»), c’è qualcosa che non va (nonostante tu abbia tutta la mia solidarietà…);
- se un marito prova gioia nel fare l’amore con sua moglie, quel sentimento può essere una bella, sana e fruttuosa occasione per spingere quell’uomo ad amarla ancora di più!
Insomma, se le passioni sono educate in modo corretto, la conoscenza che forniscono è vera. Cioè buona.
E non lo dice solo il povero asino che sta scrivendo. Lo dice la Chiesa:
Le passioni sono moralmente buone quando contribuiscono ad un’azione buona; sono cattive nel caso contrario.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1768)
6 • Educare e non sradicare!
Esistono certamente pratiche di digiuno, di astinenza (di cui parlerò sul blog prima o poi); c’è un florilegio di padri spirituali – lungo tutta la storia della Chiesa – che esorta a vivere la sobrietà e la temperanza; moltissimi santi e sante si sono spogliati del superfluo; la Chiesa stessa ci offre ciclicamente dei tempi specifici per soffermarci su questi spunti (come la Quaresima, ad esempio)…
…e sono tutte cose sante e benedette!
Ma il senso di tutte queste cose non è lo sforzo intestinale (spesso poco utile) per raggiungere l’imperturbabilità dei cavalieri Jedi (*).
(*) (vedi che fine ha fatto quel disgraziato di Anakin, a furia di reprimersi!)
Il cristianesimo non è stoicismo.
Il cristianesimo non è una forma di castrazione o mutilazione.
Il senso di tutti questi digiuni è crescere nell’amicizia con il Carpentiere Galileo che nomino spesso sul blog.
O tutte queste pratiche sono un’occasione per diventare sempre più figli nel Figlio, più attaccati come cozze a Gesù, più “cristificati”… oppure sono assolutamente inutili (anzi, c’è pure il rischio di montare in superbia e di crederci degli imperturbabili monaci shaolin).
Tutte queste cose (privazioni, rinunce, astinenze) non servono per soffocare i sentimenti, ma per incanalarli nelle varie virtù, in modo da compiere il bene sempre più spontaneamente:
A tal proposito, il Catechismo dice una cosa bellissima:
La perfezione morale consiste nel fatto che l’uomo non sia indotto al bene soltanto dalla volontà, ma anche dal suo appetito sensibile, secondo queste parole del Salmo: «Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente» (Sal 84,3).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1770)
Tradotto in italiano:
- se uno fa il bene spinto dall’intelletto e dalla propria coscienza è una cosa buona…
- …ma se uno è spinto anche dai sentimenti, è meglio ancora!
Conclusione
E niente, quello che volevo dire, l’ho detto.
«Stretta è la foglia, larga è la via…(etc)»
sale
(Inverno 2020-2021)
- CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, (in particolare il paragrafo su "La moralità delle passioni", parte terza, sezione prima, capitolo primo, articolo 5)
- ENRIQUE COLOM, ANGEL RODRÍGUEZ LUÑO, Scelti in Cristo per essere santi - Morale fondamentale, EDUSC, Roma 2016